La Cina raccontata attraverso i luoghi del divertimento di massa, ma solo nel preciso istante in cui gli spazi si svuotano e non c’è traccia della figura umana. Luoghi che perdono la loro funzione ritratti nella loro essenza surreale, danno vita ad immagini sospese che attivano immediatamente la sfera del ricordo e del desiderio. Attraverso l’uso del banco ottico, Cerio si riappropria di una lentezza perduta, aggiungendo un elemento straniante, che amplifica la sensazione di sospensione tra reale e immaginario.
Quello di Cerio è uno sguardo sulla modernità, trattata come una natura morta, in cui le costruzioni fuori misura, coloratissime e rese ancora più imponenti dalla frontalità del punto di vista, diventano emblema del vuoto che caratterizza il presente.
La mostra si arricchisce della presenza del video che offre una visuale sulla realtà quotidiana della metropoli: immagini, suoni e geometrie generate da un flusso continuo di migliaia di persone.
China told through the places of mass entertainment, only at the precise moment when the spaces become empty and there is no trace of the human figure. Places lose their function, portrayed in their surreal essence, give life to suspended images that immediately activate the sphere of memory and desire. Through the use of the large-format view camera, Cerio recaptures a lost slowness, adding an alienating element that amplifies the feeling of suspension between the real and the imaginary.
Cerio’s is a look at modernity, treated as a still life, in which the outsized, colorful constructions, made even more imposing by the frontal viewpoint, become emblematic of the emptiness that characterises our present.
The video presented in the exhibition offers a view of the everyday reality of the metropolis: images, sounds and geometries generated by a continuous flow of thousands of people.