Tra Gardaland e Mirabilandia, tra Luneur e Leolandia, tra Coney Island e Villa Pamphili durante la notte non c’è differenza. Una comune atmosfera aleggia sul mondo artificiale dei parchi divertimento: un’atmosfera surreale, in cui si perdono i riferimenti spazio-temporali. Un mondo in cui giostre, scivoli, castelli di cartapesta, architetture effimere diventano lo scenario prediletto non più per i bambini ma per il fotografo che, attraverso una lenta osservazione, documenta dettagli inesplorati di un panorama integralmente artificiale.
Avvolte dal buio e dal silenzio, le immagini notturne diventano suggestive testimonianze visive che esplorano il tema del divertimento di massa, in una società capitalista in cui distrazione e intrattenimento scandiscono il nostro quotidiano, in un cortocircuito tra reale e artificiale a cui spesso non facciamo neanche caso.
At night, between Gardaland and Mirabilandia, between Luneur and Leolandia, between Coney Island and Villa Pamphili, there is no difference. A common atmosphere hovers over the artificial world of amusement parks: a surreal atmosphere in which space-time references are lost. A world in which merry-go-rounds, slides, papier-mâché castles and ephemeral architecture become the favorite setting no longer for children but for the photographer who, through slow observation, documents unexplored details of an entirely artificial landscape. Enveloped in darkness and silence, the nocturnal images become evocative visual testimonies that explore the theme of mass entertainment, in a capitalist society in which distraction and entertainment punctuate our daily lives. In a short-circuit between the real and the artificial that we often do not even notice.